Ghiaccio di Kandersteg e Livigno

KANDERSTEG …e così, dopo una sosta forzata di diciassette mesi ritorno al mio elemento preferito ”il ghiaccio”, in un fantastico luogo che non ha bisogno di presentazioni, basta il nome Kandersteg!! Sabato veniamo accolti da una bella giornata, ma la temperatura è scandalosa -18°: questo però non scoraggia la nostra guida, Alberto nè tanto meno il sottoscritto. Si parte destinazione Arbonium, la cascata è molto bella e discretamente impegnativa, e tutti e tre veniamo deliziati dai continui congelamenti e scongelamenti alle mani ma questo fa parte del gioco e si sopporta il tutto senza darci troppo peso. Tiro dopo tiro, in uno scenario strepitoso arriviamo in cima alla cascata, che ci riserva nel finale un tratto assai delicato, il famelico tubo sembra volerci inghiottire e Nicolò ci esorta a picozzare molto delicatamente!

Terminate le doppie rientriamo alla locanda, tutti e tre pensiamo già ad una doccia calda fumante e invece ci tocca, anzi mi tocca, farla con l’acqua fredda! Domenica la temperatura è decisamente più normale, Nicolò sale in scioltezza il primo tiro di Baretritt, ma i due clienti a metà danno forfait, il fisico è brasato dalla giornata di sabato. Ci dirigiamo su Grimm, decisamente più tranquilla della precedente ma non per questo meno bella, dove si conclude con mia grande soddisfazione e senza dubbio anche con quella dei miei due compagni di cordata questo bel week-end. LIVIGNO Questo week-end ci siamo diretti in alta Valtellina, nel livignasco dove le cascate abbondano e fortunatamente sono poco battute: speriamo che lo restino ancora per parecchio tempo! Venerdì ci siamo sitemati a casa mia a Santa Caterina e sabato mattina ci siamo diretti a Livigno dove abbiamo salito Waiting a Bebè.

Per arrivare alla base di questa cascata bisogna superare una dura prova: l’attraversamento del lago ghiacciato di Livigno che ha avuto i seguenti effetti: Nicolò a metà lago in predi ad una crisi mistica si è trasformato nel messia delle cascate e gridava ”cammino sulle acque”, io mi sono quasi cagato sotto nel sentire i tonfi sordi del ghiaccio che si assestava sotto i miei piedi, mentre Mario si è chiuso in un silenzio sepolcrale! Salvi e poco sani (di mente!) abbiamo attaccato la prima candeletta e siamo sbucati in un bellissimo anfiteatro ammantato da un’onda d’acqua gelata ma anche stracolma nel mezzo da neve di origine valanghiva, mentre alle nostre spalle il lago era illuminato dal sole, che spettacolo!! Proseguiamo tiro dopo tiro ma solo in cima alla cascata siamo stati riscaldati un po’ dal sole. MA veniamo a domenica: destinazione Shining Ice in Val Viera.

Questa bellissima valle, selvaggia e con colate ghiacciate veramente toste era letteralmente intasata dalle valanghe il che mi ha fatto presagire che l’avvicinamento alla cascata sarebbe stato tutt’altro che rilassante: abbiamo pestato neve affondando quasi fino al sedere praticamente per tutto il tragitto. Ogni tanto volevo dare il cambio a Nicolò ma lui ha resistito dando così prova della sua preparazione fisica : atleta non baracc! Ma anche io non sono stato da meno, gli stavo sempre attaccato al culo! La salita di questa bellissima cascata è discretamente lunga e tecnicamente interessante, per uscire dalla penultima candela abbiamo dovuto fare una sorta di dry tooling perchè il ghiaccio era sottile e cotto dal sole (che strizza!). Riassumendo: bellissima cascata + nuotata nelle neve in una valle stupenda senza anima viva (tranne i camosci) + guida alpina ok = è stato bellissimo, questa è la vera montagna.

Marco

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